Cuori ribelli – Uomini, donne e potere

di Belle Minton

Cleopatra Elizabeth Taylor piccolaCara Belle,
ho sentito qualcosa alla radio e letto qualche titolo di giornale sulle conversazioni private tra la ex ministra Guidi e il suo ex fidanzato. Da uomo, sono costernato dal vedere che una donna di elevata condizione sociale, che dovrebbe aver superato l’adolescenza, possa legarsi sentimentalmente con un tipo come quello. Secondo te, come è possibile?

Sotero, 56 anni, Roma

Caro Sotero,
confesso che non mi sono dedicata molto alle
telefonate tra Federica Guidi e il suo fidanzato. Sono convinta che le intercettazioni possano essere un valido strumento di indagine e che le sue risultanze (con le dovute cautele sia dal lato investigativo che per quanto riguarda la privacy delle persone coinvolte) rientrino nel diritto di informazione. D’altra parte, credo che le frasi estrapolate da una qualunque telefonata, prese fuori dal contesto, possano rivelarsi fuorvianti e insufficienti per capire che rapporto ci sia tra gli interlocutori e che tipo di persone siano. Di conseguenza, confesso anche che, sul piano umano, non mi sono fatta un’opinione molto precisa né della ex ministra né del signor Gemelli.

Ma ammettiamo pure che lei sia un’irreprensibile signora dell’alta borghesia e lui un pressante arrampicatore di scarso talento. Il fatto è, caro Sotero, che essere di un’elevata condizione sociale e aver superato l’adolescenza non creano una selezione automatica del “tipo” a cui ci si lega sentimentalmente. Continua a leggere

Cuori ribelli – Seduzione senza rischi

di Belle Minton

Scarlett JohanssonCara Belle,
sono incasinata. Ho trent’anni, un lavoro mediamente precario, un compagno e – mi ripetono spesso – molti talenti. Per quanto ne so, un talento ce l’ho di sicuro ed è quello di piacere alla gente. Fin da piccola, ho usato il mio fascino per ottenere tutto quello (e tutti quelli) che volevo. Non bella ma brillante e (apparentemente) molto sicura, ho passato gran parte della mia giovinezza a impollinare fiori qua e là.
Adesso non so se mi va più. Col mio compagno facciamo molte cose insieme, abbiamo molti gusti in comune e le nostre giornate sono scandite da ritualità che in fondo mi piacciono e mi rassicurano. D’altro canto, però, dopo sei anni di relazione la passione non è più quella di una volta e la la mia proverbiale seduttività mi fa combinare gran casini.
Tra le tante liasons e amplessi mi è capitato di innamorarmi di due persone nel tempo: una volta di un uomo, più recentemente di una donna. Né l’uomo né la donna hanno, alla fine, cambiato la loro vita per me. E io ho continuato a vivere la mia solita routine. Forse farei meglio ad accontentarmi e farla finita con questa continua ricerca? D’altro canto, se devo essere sincera, non credo che se decidessi di mettermi tranquilla smetterei davvero di lanciare i miei ami in giro. A volte penso che sia più forte di me.
E poi, ultima domanda fondamentale: come mai in questi anni mi sono innamorata solo di due persone con cui non era possibile costruire una vera relazione? Per quello che erano o solo perché c’era un ostacolo alla mia conquista? Belle, sono davvero così banale?

Ana84

Cara Ana,
davvero non ti va più di “impollinare fiori qua e là”? Se è così, smetti e basta, senza porti troppe domande, e cerca di fare amicizia con un’eventuale nuova te stessa che trae soddisfazione da altre cose. Scoprire quali sono potrebbe essere un’avventura emozionante.

Se invece la tua continua ricerca mira a compensare con il brivido e la gratificazione della conquista una routine rassicurante ma noiosa, puoi fare tre cose: Continua a leggere

Cuori ribelli – A letto con un idiota

Zoolander-2-adi Belle Minton

Cara Belle,
da un po’ di tempo faccio sesso con un ragazzo. Ora il ragazzo in questione è parecchio idiota. E soprattutto lo è nei confronti delle ragazze. È giusto continuare ad andarci a letto anche se penso questo di lui? Cioè quanto è sbagliato fare sesso con qualcuno di cui non sempre approvi il comportamento?
Charlotte

Cara Charlotte,
le vie del piacere sono infinite, quindi ci sta che si possa fare dell’ottimo sesso con un idiota. E, in generale, penso che non ci sia proprio niente di sbagliato nel fare sesso con qualcuno di cui non sempre approvi il comportamento.

Ora, l’idiota in questione si comporta male con le ragazze – e bisognerebbe capire in che senso. Continua a leggere

Cuori ribelli – Trasformare le relazioni

di Belle Minton

file9401340645270.jpgHo 60 anni. Non ho amici o sembra invece che ne abbia molti ma che non si curano neppure di cercarmi e se li cerco io tra una cosa e l’altra loro hanno sempre da fare. Quindi sono sola. I miei figli hanno litigato e non si parlano più; ho fatto tutto quanto in mio potere per poter tenere unita una famiglia allo sfacelo dopo un divorzio ed ora loro non si parlano più e né si curano se io sono ancora al mondo. Silenzio. Le uniche persone che entrano in contatto con me è per usarmi, mi parlano, ma poi quando trovano altro se ne vanno e neppure si girano indietro. Ma che ho?

triste54

Cara triste54,

ho pensato molto alla tua lettera. Ti chiedi “ma che ho?”, e fai bene. Ma attenzione: non voglio dire che la situazione in cui ti trovi sia banalmente colpa tua, e nemmeno che in te ci sia qualcosa che non va. Tutti abbiamo qualcosa che non va, e tutti abbiamo in qualche modo contribuito a creare la situazione in cui ci troviamo, bella o brutta che sia. Il punto è che questa domanda ti mette nella direzione giusta, al contrario di quanto farebbero eventuali recriminazioni sull’opportunismo degli amici, l’egoismo dei figli e l’indifferenza degli altri, che porterebbero soltanto ulteriore frustrazione.

Un luogo comune oramai abusatissimo sostiene che non possiamo cambiare gli altri, ma soltanto noi stessi. Certo, gli altri sono quello che sono, e non possiamo farci niente. Ma cambiare se stessi è quasi altrettanto impossibile; benché nel corso della vita indubbiamente quasi tutti, in qualche modo, cambiamo a seguito anche delle nostre scelte, i cambiamenti profondi non avvengono mai come conseguenza di azioni specifiche.

La buona notizia è che, anche se non possiamo cambiare né gli altri né noi stessi, possiamo trasformare una cosa decisiva: le relazioni tra noi e gli altri, ciascuna relazione tra noi e un’altra persona.

Ma come si fa a trasformare una relazione? Continua a leggere

Cuori ribelli – Consigli per ragazze timide geniali

di Belle Minton

meredith-cristina-dance

Cara redazione,
sono una ragazza di 25 anni, lavoro in un settore molto competitivo (la ricerca accademica) e sono giudicata da molti colleghi “piccola” ma al tempo stesso un genio solo per aver bruciato le tappe professionali ed essere già arrivata fino a qui. La grande competenza in campo professionale (che sinceramente faccio fatica a riconoscermi, non riuscendo nemmeno a godermi appieno i complimenti che mi vengono fatti) non corrisponde nella vita di tutti i giorni ad una fiducia piena in me stessa. Soprattutto con i ragazzi non so come comportarmi, sentendomi sempre molto imbranata, come se fossero sempre tutti pronti a giudicarmi e a cogliere qualsiasi cosa sbagliata che io dica. Credo che questo atteggiamento sia da attribuire anche a mia madre, che per anni mi ha ripetuto di essere indipendente, formarmi una mia identità guardandomi bene dalle relazioni, che mi avrebbero precluso tutto. Pur apprezzando l’insegnamento all’insegna dell’indipendenza di mia madre, ogni volta che parlo con un ragazzo non so come comportarmi, soprattutto se mi piace; se invece si avvicina lui per primo, io scappo a gambe levate. La domanda, che so già essere senza risposta è: come posso cambiare tutto questo? Diventare una persona più spigliata, qualcuno che colpisca di più, invece della solita ricercatrice, seppur competente, sempre in ombra (esempio: se ci sono delle feste, l’idea di ballare mi fa piangere a dirotto e cerco di evitare tutte le situazioni di questo tipo)…

Minerva

Cara Minerva,

hai scelto di firmarti con il nome dato dai romani alla dea greca Atena. C’è un bel libro della psicoanalista junghiana Jean S. Bolen, intitolato Le dee dentro la donna, che descrive le principali divinità femminili della mitologia greca come altrettanti archetipi potenzialmente presenti nella psiche di una donna. Nelle pagine dedicate ad Atena, dea della saggezza e dei mestieri, guerriera e grande stratega che nasce già adulta e armata dalla testa di Zeus (la “figlia del padre”), Bolen mette l’accento sulle sue qualità di dea vergine e invulnerabile, ovvero non interessata alle relazioni sessuali e sentimentali e impermeabile alle emozioni: Atena è concentrata sui propri obiettivi, è fredda, razionale e sicura di sé. Come gli altri archetipi individuati da Bolen, può essere molto utile nella vita di una donna a patto che non prevalga troppo sugli altri. Continua a leggere

Cuori ribelli – Fondamentalisti, parti cesarei e ossa rotte

di Belle Minton

callie incintaArriva dalla lontana America la notizia di un gruppo religioso, “Disciples of the New Dawn”, che condanna il comportamento – cosiddetto pigro – delle donne che scelgono/subiscono un parto cesareo al posto di un ben più qualificante sfiancante purificante parto naturale. Ogni occasione è buona per stigmatizzare, in maniera esplicitamente violenta, il comportamento di queste madri cosiddette di serie b e dividere il fronte delle gestanti tra coraggiose paladine del parto naturale e una schiera di femmine pusillanimi e snaturate.
Ho avuto due bambine venute al mondo con un asettico taglio cesareo prescritto da certificato medico e da me accettato come si accetta l’antibiotico dopo i tre giorni di febbre. Mi sono detta, è necessario, si fa. Punto. È stato diverso, ma non ha distorto il senso del mio essere madre in alcun modo, nonostante io abbia avuto ben presente, da subito, che non sarei mai stata ammessa nella cerchia elitaria delle eroiche madri “naturali”. Per quanto mi riguarda ho avuto la fortuna di fregarmene bellamente, posso dirlo con orgoglio. Ma per qualcun’altra non va così. Per esempio la mia più cara amica che c’ha perso la ragione a causa di un cesareo d’urgenza. Perché lei quei dolori li aspettava ed era convinta che attraverso quella sofferenza avrebbe messo le radici il suo essere madre. Chi ci mette in testa una cosa del genere?
Quando ero poco più che ventenne, mi ruppi un piede. Presi una storta mentre scendevo di corsa le scale. La notte fu terribile. Non potevo posare il piede neanche sul materasso. Ricordo che passai ore a piangere. Bene, in quell’occasione, a suo modo ridicola, per la prima volta mi sentii rivolgere, proprio da mia madre un inedito ammonimento:
Cerca di sopportare. Sei una donna. Come pensi di affrontare i dolori da parto?
Mi passò un lampo nella testa, in quanto donna avrei dovuto, nella mia vita, dibattermi con il dolore in modo coraggioso ed eroico. Mi sembrò assurdo e profondamente ingiusto. Pensai, Mica siamo nati per soffrire. Perché mai, poi?
All’indomani mi accompagnarono in ospedale. Uscii con la diagnosi di rottura dello scafoide e un piede ingessato. Il nesso tra una frattura e i dolori da parto, nella sua assurdità, mi restò da allora in poi sempre presente, tornandomi spesso in mente nella mia vita adulta come un paradosso inaccettabile.
Le ferite fanno male, come le ossa rotte, e piangere è giusto, come è giusto scegliere senza condizionamenti. Anche quando il cesareo non è di urgenza, anche quando si ha soltanto una paura matta del dolore. Chi può dirci il contrario?

Giulia, 40 anni, Latina

Cara Giulia,

questi sedicenti Disciples of the New Dawn” sono degli infami, per quello che affermano sul cesareo e anche su diverse altre cose. I loro proclami sono una versione particolarmente violenta della vecchia retorica del fondamentalismo patriarcale, per cui la donna che non partorisce con dolore non è una “vera” madre. È talmente evidente che si tratta di un’argomentazione funzionale alla sottomissione delle donne, totalmente priva di qualunque fondamento etico e/o scientifico, che basta questo per liquidarla.
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Cuori ribelli – Come trovare quello giusto

di Belle Minton

bridget-colin-firth_l1Sono una donna e ho 30 anni. Una bella vita e amo tutto quello che ho e che faccio. Solo una cosa mi manca. Un compagno. Sono una persona estroversa, che si fa pochi problemi e si lancia, che non fatica a conoscere gente tantomeno uomini. Mi conosco bene e ho padronanza di me. So cosa amo e cosa no. Cosa posso accettare e i limiti che non riesco per ora a oltrepassare. Mi manca un compagno. Non riesco a trovare il mio lui. Non mi riesco a innamorare di un bravo ragazzo standard (casa, lavoro e ci si accontenta di arrivare a domani). Io sono mente libera, frenetica, amo la vita, sono zingara nei modi. E sono sempre attratta da ribelli che però con me non legano… Come mai avviene questo? Spesso incontro ribelli, ragazzi “fuori dalle righe” che però sono impegnati con una donna che non li appaga del tutto, infatti la tradiscono, ma che non mollano. Non ho mai avuto la fortuna di incontrare un “sano ribelle” che si innamorasse perdutamente di me… Non capisco dove sbaglio. Io so che per essere felice ho bisogno di un uomo così… un po’ diverso e che mi accetti per quella che sono. Dove mi dirigo per cercare quello giusto e soprattutto libero e con la voglia di stare bene e costruire?

Ceci

Cara Ceci,

mentre ti leggevo, ha cominciato a scorrere nella mia testa una galleria di figure maschili che corrispondono perfettamente ai “ribelli” che ti è capitato di incontrare: quello che non molla la fidanzata che non ama neanche un po’ ma che ha tanto bisogno di lui, quello che non si fidanza perché è allergico ai legami, quello che si fidanza con tutte ma poi si dimentica di renderle partecipi del suo sovraffollamento sentimentale… con tutte le possibili varianti che la vita può offrire nella sua infinita imprevedibilità.

Dove sbagli? Continua a leggere

Cuori ribelli – Maschi o non maschi

di Belle Minton


obama feministCara Femministerie,

ti scrivo perché mi interessa il tuo mondo, che poi è anche il mio, sebbene per la maggior parte dei maschi contemporanei questa consapevolezza viene comunemente riposta a livello pavimento se non sotto.

Quando leggo le Tue note, i Tuoi pensieri, le Tue pulsioni tradotte in lingua scritta, ho spesso dei sussulti pensando che la realtà che descrivi non mi era ancora così chiara. Per cui ti ringrazio del lavoro che fai, d’informazione e divulgazione. Per esempio non sapevo che le donne a parità d’incarico lavorativo riscuotono di meno. Perché? Come dubitavo che esistesse ancora la pratica della mano morta. Ma vedo in un Tuo video che purtroppo fior di doppiopetti…

Oggi si sa, siamo tutti femministi, salvo la solita nutrita schiera di uomminicchi che dai venti agli ottanta anni non perdono occasione per sottolineare la propria virilità. Quello che voglio chiederti è perché non la smetti di fare opposizione a questo maschiettilismo e Ti metti al lavoro per edificare un nuovo comune sentimento femminile? La chiave di volta ce l’hai, ed è palesemente la Tua non-maschilità, grazie alla quale puoi efficacemente cancellare secoli di obnubilazione del femminino.

Ti ringrazio in anticipo

Angelo

Caro Angelo,

innanzitutto grazie a te, perché sei il primo uomo che scrive a questa rubrica e perché hai deciso di condividere con noi le tue riflessioni su questioni che ci interessano molto.

La tua lettera si rivolge (immagino scherzosamente) a Femministerie come se fosse un’entità unica, una sorta di persona astratta; ovviamente così non è e lo sappiamo entrambi, così come sappiamo che ti rispondo io perché mi occupo della rubrica Cuori Ribelli e non certo perché parlo a nome di tutte le promotrici di questo blog. Ma veniamo al dunque. Semplificando, tu dici: piantatela di combattere il “maschiettilismo” e costruite un “nuovo comune sentimento femminile”; potete farlo perché siete “non-maschi”. Tu dici questo, e nella mia testa è già scattato l’allarme rosso. Provo a spiegarti perché. Continua a leggere

Cuori ribelli – Per chi suona l’orologio biologico?

before i diedi Belle Minton

Tic tac. Tic tac. Tic tac.

Ma ci state pensando ad avere un figlio? Guarda che il tempo passa. È la gioia più grande della vita. Quanti anni hai? Guarda che è ora, sai? E lui cosa dice? Me lo fate un nipotino, o no? Guarda che poi te ne penti. Diventa troppo faticoso. Ma lo sai che dopo i 35 le possibilità di rimanere incinta si abbassano drasticamente? Fosse anche per sapere com’è, cosa potevi perderti.

Come mai appena superi i 35 tutti si permettono di misurarti in unità temporali che ti separano dalla menopausa? Improvvisamente lo sguardo che si posa su di te cambia. È uno sguardo indagatore. Potrebbe esserci qualcosa che non va. Tutti si sentono in dovere di farti domande intime di cui in realtà non intendono ascoltare la risposta. Vogliono pontificare, rovesciarti addosso ansia. La loro. Quella che accompagna o ha accompagnato le loro scelte.

Allora provo a dirlo a voi. NON LO SO. E sapete perché? Perché non so se sono disposta a rinunciare alla mia libertà. A quella splendida sensazione di essere padrona di me, del mio tempo e dei miei desideri. La certezza che ogni strada può essere imboccata e cambiata solo perché lo voglio io. Senza legami che non possano essere spezzati, cambiati. Mi terrorizza fare un passo irreversibile. Se poi non sono felice?

Ci penso. Certo, che ci penso. Lo desidero. Non lo desidero. Ma continuo a sentire più forte il richiamo di un viaggio dall’altra parte del mondo. E a volte avere un cane mi pare già un impegno insormontabile di cura. E poi con il lavoro come la mettiamo? Ogni romanticismo mi scivola di dosso.

Lorenza, 36 anni, Torino

Cara Lorenza,

più si va avanti con l’età e più il campo delle scelte possibili si restringe. È un dato di fatto che riguarda moltissimi ambiti della vita: per esempio, se fino a oggi non hai passato molte ore alla settimana ad allenarti su una pista, difficilmente oggi, a 36 anni, puoi darti realisticamente l’obiettivo di diventare una centometrista olimpica. Continua a leggere

Cuori ribelli – Bellezza, sguardi e relazioni

di Belle Minton

James Stewart compressaNo, non accetto di essere diventata trasparente. Sono una donna di 60 anni. Aspetto gradevole e curato. Occhi grandi. Temperamento passionale. Scrivo, leggo, adoro l’arte contemporanea. Mi emoziono per la musica rock. Ma anche per la musica classica. Qual è il problema? Dopo la fine del mio matrimonio, sono diventata trasparente. Gli uomini non mi guardano più. Si, mi stimano per come parlo, per come scrivo, per come lavoro. Sono estroversa, simpatica. Vado a convegni, frequento corsi e lavoro in ambito istituzionale. Persino sul mio profilo FB sono solo le donne a scrivere che sono bella. Non mi sento una donna “ripudiata” e non penso che la mia vita affettiva e sentimentale sia finita qui. Cerco di spiegare alla psicologa che il problema NON sono io. Nel Bel Paese, il nostro, i 50enni guardano le 30enni.. e via via salendo.. mi ritrovo ad avere successo solo passando davanti a un centro anziani!! In altre nazioni, mi dice una mia amica che ha girato parecchio, le persone, uomini e donne, si separano e poi si mettono di nuovo insieme a coetanei. Le mie coetanee? Collezionano esperienze deludenti nelle chat o nei siti di incontri. No, io non voglio un gigolò o un vecchietto complessato. Voglio un uomo interessante, che si innamori anche della mia allegria, della mia poesia, della mia intraprendenza. Continuo a sognare, di notte, spettacoli teatrali in cui sono corpo, sfiorata da uomini non analfabeti. E mi sento bella. Ho la valigia pronta. E il cuore altrove.

Bella e Invisibile – 60 anni

Cara Bella e Invisibile,

prima di tutto ti inviterei a richiamare il tuo cuore da quell’altrove in cui è andato a cacciarsi e a tenertelo il più possibile vicino. Sono sicura che può esserti molto utile.

Dopodiché ti do una notizia. Benché sia difficile cercare di descrivere le condizioni ideali per trovare un compagno (o una compagna, è lo stesso), una cosa è certa: essere bella è del tutto irrilevante. E meno male, perché in caso contrario il mondo sarebbe un luogo assai più triste e ostile. Continua a leggere