Stardust Memories: quando un podcast diventa romanzo

di Caterina Venturini

Che il podcast abbia possibilità evidenti di diventare uno tra i generi letterari più interessanti di questo momento, lo si può notare soprattutto in quei lavori che decidono di sperimentare un intreccio di materiali di foggia diversa, tenuti insieme dalla scrittura e dalla voce.
È quanto accade in Stardust Memories, miniserie radiofonica in quattro puntate in uscita il 27 gennaio su Radio Rai 3, scritta da Chloé Barreau con contributi di Matteo Nucci, che potremmo sottotitolare: «Storia di una parigina a Roma».

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L’autrice Chloé Barreau

Nel ’99 Chloé ha vent’anni e un amore da dimenticare, è in vacanza nella città santa con degli amici francesi atei, e come spesso capita per molti innamoramenti, avviene tutto senza preavviso, forse addirittura “per capriccio” come racconta l’autrice e voce narrante. Chloé s’innamora di Roma guardando un ragazzo ballare sul tavolo di un locale a Trastevere, lo Stardust: s’innamora di quella gioia, di quei passi di musica gitana, di quella libertà di movimento e di una socialità che non chiede nulla se non di essere condivisa, o anche solo guardata; un senso tutto italiano di fare gruppo, di godersi la vita o almeno, riuscire a sopportarla meglio. Continua a leggere

Il clima “intimidatorio” sull’educazione di genere deve finire

Report_Italy_photo.JPGdi Giorgia Serughetti

Il rapporto sull’Italia del Gruppo di esperti del Consiglio d’Europa che monitora l’applicazione della Convenzione di Istanbul contro la violenza sulle donne (GREVIO) ha espresso un giudizio piuttosto netto sul nostro paese. Sono stati fatti degli sforzi a livello politico e normativo, ma il lavoro da fare è ancora lungi dall’essere completato se si vuole davvero affrontare il problema alla radice.

Uno degli aspetti rilevanti è la serie di osservazioni critiche che vengono fatte rispetto alle attività di prevenzione prescritte all’art. 14 della Convenzione, in particolare rispetto alla mancanza di uno sforzo serio, effettivo, all’interno delle scuole, per promuovere la lotta agli stereotipi di genere e l’educazione al rispetto delle differenze. Continua a leggere

«Senza salutare nessuno» di Silvia Dai Pra’: un memoir tra giornalismo e romanzo

di Caterina Venturini

Definire Senza salutare nessuno di Silvia Dai Pra’ un “bel libro” non significa semplicemente usare un’espressione di senso comune, ma apparentarlo a un genere preciso che è quello letterario, l’unico che può e deve permettersi la bellezza intesa come complessità della forma e possibilità (talora) di comprendere più generi in uno: in questo caso il memoir, il reportage giornalistico e il romanzo storico. 

Qualche mese fa il saggio di Walter Siti ha fissato un ulteriore punto sulla differenza tra “Letteratura e giornalismo” (titolo del saggio omonimo), dicendo in sostanza che mentre il giornalismo deve attenersi al vero, ai fatti, la letteratura deve potersi permettere l’ambiguità. Ovviamente il rapporto tra le due ha sempre beneficiato di scambi biunivoci, con una letteratura che negli ultimi tempi ha preso sempre di più dalla biografia (pensiamo nei risultati migliori a Carrère), e con un giornalismo che ha fatto della narrazione forse persino un uso troppo estremo (giustificando un assassino come se ci trovassimo dentro un romanzo: questo è avvenuto soprattutto nei casi di femminicidio). Se dal discorso di Siti, volessimo dunque estrarre una formula, potremmo dire che in letteratura è bello ciò che è ambiguo. Continua a leggere