La posizione politica di un uomo chiamato a esprimersi sul diritto di una donna ad abortire lascia il tempo che trova: per evidenti limiti naturali la sua non potrà che essere un’opinione non basata né sull’esperienza né sulla possibilità di un’esperienza. Certamente essere il compagno di vita di una donna che ha esercitato – o che ha preso in considerazione la possibilità di esercitare – questo diritto consente di avere una visione “privilegiata” del problema così come si presenta in una coppia. Ma va detto, per onestà intellettuale, che la questione di come gestire la possibilità di un aborto all’interno di una coppia non è la questione del diritto all’aborto e del suo esercizio.
Non dovrebbe essere necessario discutere del perché un uomo dovrebbe affiancare e sostenere le donne nel volere il loro diritto di abortire riconosciuto, e la possibilità di esercitarlo pienamente realizzata. Come per ogni diritto a disporre di sé, del proprio corpo e delle sue funzioni, la lesione di questi diritti per una qualsiasi parte sociale è una lesione dei diritti di tutti e tutte nella società; e se non si crede a questo minimo principio, evidentemente si preferisce credere a sottili forme di discriminazione per le quali non tutti e tutte hanno la piena possibilità di disporre dei propri diritti elementari. Continua a leggere