Femministerie alla manifestazione #nonunadimeno del 26 Novembre 2016 a Roma.
Archivio mensile:novembre 2016
Partiamo dall’amore. Il lavoro con le vittime di violenza
di Silvia Neonato
Pubblichiamo (per gentile concessione dell’autrice), un estratto dell’articolo di Silvia Neonato contenuto nel numero speciale di Leggendaria “Se una donna dice Basta!”, pubblicato in occasione della grande manifestazione delle donne contro la violenza #NonUnaDiMeno. Nel pezzo che qui riprendiamo, due operatrici esperte ci conducono attraverso la complessità della violenza maschile contro le donne, e del lavoro quotidiano con chi la subisce.
Dialogo con Antonella Petricone e Sara Pollice, operatrici della cooperativa sociale Be Free nata a Roma nel 2007 per combattere tratta, violenze e discriminazioni. Entrambe hanno fatto dei corsi specifici sulla violenza, o seguito seminari e laboratori su tematiche di genere per completare la propria formazione e continuano a lavorare e aggiornarsi, come molte operatrici di questo settore. Sono alla ricerca di un altro punto di vista sulla violenza di genere e la prima cosa che imparo è che gli angoli da cui guardarla sono almeno tre. Vorrei cominciare dall’approfondire qual è l’angolo da cui guardano loro, le operatrici, per capire la natura di un legame che stringe una donna a un uomo violento, un legame tanto potente da spingere molte a salire ancora una volta sull’auto dell’uomo da cui ci si è già in parte allontanate.
«C’è uno slogan molto in voga, che recita: la violenza non è amore (oppure: se ti mena non ti ama). Uno slogan del genere può essere efficace quando vai a parlare nelle scuola a ragazze e ragazzi che devono ancora cominciare una vita di relazione. Ma se tu invece usi queste due parole così nette con donne che sono da anni all’interno di una relazione con un partner violento, se dici l’amore non è violenza, la frase può diventare rischiosa e ulteriormente svilente per il suo vissuto. Continua a leggere
Papponi per gioco
di Giorgia Serughetti
Ogni anno di questi tempi, dopo il Lucca Comics, si torna a parlare di “Squillo”, il gioco di carte reclamizzato con molti punti esclamativi come l’unico in cui è possibile ricoprire il ruolo di pappone: “Squillo è un nuovo gioco di carte dallo spirito estremo e divertente! Qui ogni giocatore ricopre un ruolo (quello di sfruttatore di prostitute) gestendo colpo su colpo le sue ragazze, divise tra escort, battone di strada e giovani promesse, ognuna con una propria particolarità, parcella e ricavato finale in caso di k.o., e… successiva vendita degli organi”.
Lanciato nel 2013, il gioco ha ora aggiunto una nuova versione, Megere e meretrici, alle quattro già disponibili (Squillo, Marchettari Sprovveduti, Bordello d’Oriente, Satiri e Baccanti), per un totale di oltre 35mila copie vendute. Nel frattempo, ha superato indenne una raccolta firme, un’interrogazione parlamentare, e una petizione su Change.org che chiedeva ad Amazon di ritirarlo dalla vendita, in quanto rappresenta un’“offesa ai diritti umani e alle persone morte per il sistema prostituente”. Continua a leggere
Immagina Hillary
di Maddalena Vianello*
Contro ogni previsione Hillary Clinton non è diventata la prima donna Presidente degli Stati Uniti d’America.
Il risultato ha preso in contropiede perfino Donald Trump che si è presentato sul palco della vittoria indossando una maschera di costernazione e incredulità.
Trump è stato un avversario così di basso livello, da indurre a pensare che perfino una donna potesse batterlo. E, invece, Hillary ha perso.
Donald è risultato alla prova del voto più tranquillizzante. L’elettorato aggrappandosi forte alla scheggia del sogno americano che Trump incarna, è passato sopra a tutto, piuttosto che votare per una donna. Continua a leggere
Lettera a un bambino americano
di Francesca Caferri
Caro Leo,
ieri sera prima che andassi a dormire ti avevo promesso che ti saresti svegliato con una presidente donna nel tuo secondo paese, l’America. Avevo sbagliato: Obama ha finito, mi hai spiegato, ma dopo di lui non ci sarà donna. Ci sarà un signore che si chiama Donald Trump ed è giusto così, perché così hanno scelto gli americani.
Ma c’è qualcosa che la mamma vuole che tu sappia. Continua a leggere
Finalmente il cognome della madre
di Cecilia D’Elia
“Il cognome di famiglia non continua se è una figlia, bando alla malinconia, ti terrà compagnia”. Così recita una filastrocca femminista del secolo scorso. Tante cose sono mutate da allora. Le donne hanno cambiato il loro destino di mogli e madri, le famiglie sono diventate plurali. Stanotte per la prima volta una donna potrebbe diventare presidente degli Stai Uniti d’America (anche lei ha dovuto piegarsi al cognome del marito, dopo aver resistito vari anni, per non essergli d’intralcio nella carriera politica).
Dal 1975 la famiglia italiana è un luogo paritario. Ma il cognome della madre ai figli,quello no. Ogni volta che in Italia qualcuno ha cercato di cambiare la norma che impone il cognome dei padri, apriti cielo. Almeno fino agli anni novanta. Continua a leggere
Oggetto bambine, in viaggio verso il 25 novembre
di Maddalena Vianello
“Oggetto bambine” è l’ultimo numero di Leggendaria che ho curato con Francesca Mazziotta e Monica Pasquino, animato dalle bellissime illustrazioni di Nadia Magnabosco.
Abbiamo composto una cassetta degli attrezzi per capire meglio le ragioni, i trend, le modalità e i rischi che si nascondono dietro alla precoce ipersessualizzazione che investe le bambine e le preadolescenti.
La crescente offerta di diete e cure di bellezza, le nuove tendenze della moda, la diffusione del sexting (condivisione di testi, video e immagini a sfondo sessuale), il fenomeno delle baby doccia (ragazzine che offrono rapporti orali nei bagni delle scuole per una ricarica telefonica, sigarette o poco più), lo scarso utilizzo di metodi contraccettivi e di prevenzione delle malattie sessualmente trasmissibili, lo “sguardo” maschile come unico parametro rilevante, sono solo alcuni dei temi che troverete in “Oggetto bambine”.
Un Grande Grazie
Alla partigiana, alla prima Ministra donna, alla Presidente della Commissione P2.
Tina Anselmi
25 marzo 1927 – 1° novembre 2016