di Belle Minton
Mi sono innamorata di una donna. Ecco l’ho detto. Semplice, così com’è. Ma mi sono innamorata? O piuttosto, sto vivendo una storia che sento non potrà essere il mio destino, se non per un breve tratto di strada? Sono una donna adulta. Ho quasi trent’anni. Di Sinistra. Emancipata. Vengo da una famiglia di libero pensiero. Il pregiudizio non mi ha mai attraversato, almeno finché non mi ha riguardato direttamente. Di gay ne ho sempre frequentati molti, in famiglia, come fuori. Tanto da non pormi nemmeno il problema che lo fossero. Persone a cui voglio bene che hanno una vita. Eppure ora che tocca a me. Temo di non farcela. Non posso fare a meno di chiedermi se sono omosessuale. Ho avuto degli innamoramenti omosessuali platonici nella mia vita. Pochi, ma intensi. Non li ho repressi. Le circostanze non li hanno lasciati sbocciare e io non ho fatto nulla per forzare la mano. Fino a oggi. Di uomini sono sempre stata una grande consumatrice, con un certo piacere e narcisismo. Con il tempo ho trovato anche l’amore. E ora? Ora mi rendo conto, mio malgrado, di essere in difficoltà. Di essere in contraddizione con me stessa. Mi sento in perpetuo imbarazzo. Non riesco a vivere questa relazione con libertà. La amo? Non la amo? Non lo so. Ma sento che la sfida alle convenzioni sociali mi spaventa. Mi spaventano gli occhi che fissano e si interrogano. La tensione da reggere. Perché? Perché in realtà preferisco gli uomini? Credo sia una risposta solo a metà. Perché la vergogna è quella che oggi parla in me. Forse non sono così determinata nel mio sentire. Forse. Forse sono più arcaica di quanto pensassi. Ma soprattutto perché tutte queste domande?
Marta, 29 anni – Bologna
Cara Marta,
prima di gettarsi a capofitto in una relazione non è male farsi qualche domanda per capire se la relazione in questione sia in linea con la vita che vogliamo vivere e, nel caso non lo sia, se per essa siamo disposte a cambiare il quadro della nostra esistenza. Questo vale per tutte le relazioni, che siano omosessuali o etero, brevi o durature. E va bene qualunque risposta, se ci aiuta a fare scelte felici.
Che succede però se le domande, come nel tuo caso, si susseguono senza risposta fino a metterci in crisi? Continua a leggere →