“Gegen sexismus, gegen rassismus”, contro il sessismo e contro il razzismo: queste parole si leggono su uno dei cartelli innalzati nella manifestazione di protesta a Colonia contro le violenze fisiche e sessuali di cui 90 donne sono state vittime la notte di capodanno. Gli autori di quella che appare come un’aggressione organizzata, a cui hanno partecipato forse mille uomini secondo le ricostruzioni, sono ancora ignoti. Ma le vittime e la polizia della città tedesca hanno parlato di possibili origini arabe o nord-africane, e tanto è bastato – a quanto pare – per innescare il frame dello scontro di civiltà che, come è ormai consueto da almeno quindici anni a questa parte, trova nel corpo delle donne il suo terreno di manifestazione preferito.
Non possiamo accettare che arrivi in Europa la concezione della donna come preda: questo è razzismo nei confronti delle donne #Colonia
— Giulia Bongiorno (@avvgbongiorno) 6 Gennaio 2016
Le nostre donne devono temere le bande di immigrati? Dopo gli abusi in Germania se ne parla a #portaaporta
— Bruno Vespa (@BrunoVespa) 6 Gennaio 2016
Lo stupore ingenuo per le molestie contro le donne #Colonia prova come ideologie correnti impediscano, pur in buona fede di vedere la realtà
— Gianni Riotta (@riotta) 6 Gennaio 2016
La realtà di cui parla Riotta nel tweet è (presumiamo) questa: che la cultura di cui sono portatori migranti e rifugiati, a cui vengono spalancate le porte d’Europa, conduce nel nostro continente a un arretramento sul piano dei diritti e della sicurezza delle donne. Continua a leggere