Nilde Iotti, l’audace

di Cecilia D’Elia

Prendetela quasi come una pagina di diario. Un diario politico, ma non per questo meno personale. Grazie ad un invito della Presidente Livia Turco faccio parte del Comitato che la Fondazione Iotti ha insediato per il centenario della nascita di Nilde Iotti, che ricorre il 10 aprile di quest’anno. Ho approfittato di questi giorni di isolamento forzato per leggere Nilde Iotti. Una storia politica al femminile, scritto da Luisa Lama. Si tratta della biografia di questa straordinaria protagonista della vita politica italiana, madre costituente, prima donna Presidente della Camera.

Ricordo ancora il sorriso attento e affettuoso e l’ascolto che ci riservò quando noi ragazze comuniste, guidate dalla responsabile nazionale Stefania Pezzopane, le consegnammo le firme a sostegno di una nostra proposta per l’introduzione dell’educazione sessuale nelle scuole. Il realtà il titolo era molto più complicato ma temo di averlo dimenticato, se non sbaglio correva l’anno 1988. Nilde Iotti per me era la personificazione dell’autorevolezza delle istituzioni democratiche, una delle mitiche donne della Costituente e la compagna di Togliatti. Un monumento. Da ammirare, ma talmente maestoso da lasciarmi soprattutto intimorita.

Qualcosa del suo spirito libero e della passione per l’emancipazione delle donne mi arrivò poi dai racconti di Giglia Tedesco, dirigente che ho avuto il privilegio di incrociare più volte nella mia militanza politica e di cui ho conosciuto la generosità e l’affetto. Pur avendo a suo tempo letto il libro intervista curato da mia madre – Anna Maria Riviello, Ho imparato tre cose. Conversazioni con Giglia Tedesco, CalicEditore -, che insieme all’autobiografia di Marisa Rodano (Memorie di una che c’era. Una storia dell’Udi, Il Saggiatore) è una delle fonti usate da Luisa Lama per ricostruire attraverso le parole di altre protagoniste la vicenda delle donne comuniste e dell’Unione Donne Italiane, devo dire che la lettura di questa biografia mi ha come aperto gli occhi. Continua a leggere

Ius culturae: qual è il tempo dei diritti?

5601078658_cec394cc61_bdi Giorgia Serughetti

A quanto pare in Italia non è mai il momento giusto per parlare di diritti, di allargamento dei diritti a chi ne è escluso.

Le discussioni di questi giorni sullo ius culturae hanno riaperto l’eterno dibattito che vede contrapposti i grandi temi sociali – il lavoro, la povertà, la tutela dell’ambiente e del territorio – e quelle che vengono derubricate come istanze meramente simboliche o identitarie. Continua a leggere

Aborto, tra scelta e diritto

noi-e-il-nostro-corpo1di Cecilia D’Elia

Quarant’anni sono una soglia: non ci sono più alibi, si è decisamente nell’età adulta. E tali sono dunque quelle leggi che quest’anno entrano negli “anta”. Due in particolare videro la luce nel maggio del 1978, la legge 180, in tema di “accertamenti e trattamenti sanitari volontari e obbligatori”, e la legge 194 sulla “tutela della maternità e sull’interruzione volontaria di gravidanza”. La prima, che fu poi compresa nel testo istitutivo del servizio sanitario nazionale approvato a fine anno, ha posto fine a secoli di abusi e ha promosso una nuova idea di salute e di dignità della persona malata di mente. La seconda ha reso legale, entro certe condizioni, interrompere una gravidanza quando questa leda il diritto alla salute psicofisica della donna. A lei, dopo una pausa di riflessione di sette giorni, spetta la decisione su tale scelta. In entrambi i casi, nel nome del diritto alla salute, vengono meno forme di controllo statale prima in essere. Perché tale era, per esempio, quello che veniva esercitato sul corpo femminile e sulla sua capacità generativa: abortire o costringere una donna ad abortire era all’epoca un reato contro l’integrità e la sanità della stirpe, le cui pene venivano ridotte dalla metà ai due terzi se l’aborto, su donna consenziente o meno, veniva procurato per “causa di onore” (ricordiamo che il delitto d’onore sarà abolito solo nel 1981). Continua a leggere

Lasciatele vivere: un seminario ti salva la vita

 

175102731-61a5000c-1628-432a-a010-ab97025e5055di Maddalena Vianello

“Lasciatele vivere” è una raccolta di lectio brevi sulla violenza. E per quanto il tema sia tragico, il volumetto è divertente e si fa divorare. Complice probabilmente la profonda diversità delle donne e degli uomini invitati ad intervenire e il rispetto della grazia del parlato.

Allegato si trova anche il docu-film di Germano Maccioni “Di genere umano” che ritrae e documenta questi incontri e i laboratori di discussione più ristretta.

La cosa veramente incredibile, però, è come nasce questo libro. Le lectio si sono svolte all’Università di Bologna nell’ambito del Seminario sulla violenza contro le donne, obbligatorio per tutti gli studenti e le studentesse del corso di laurea in Filosofia fra il 2013 e il 2016.

Avete capito bene: seguire il seminario era OBBLIGATORIO.

Ho dovuto chiedere conferma alla professoressa Valeria Babini che lo ha coordinato, perché facevo fatica a crederci. Continua a leggere

Le nostre famiglie e la loro

pantheonsvegliatitaliadi Cecilia D’Elia

Il matrimonio va verso il distacco da un ordine sociale basato su una concezione patriarcale della società, concetto che rende il marito e padre proprietario, proprietario del patrimonio, naturalmente, ma anche della moglie e dei figli.
Questa evoluzione del matrimonio e del divorzio, che ora permetterà alle coppie di scegliere liberamente l’organizzazione delle loro vite, sarà sancito dalla legge, perché, da due secoli, l’istituzione del matrimonio sta vivendo una tendenza verso l’uguaglianza, ed è quello che stiamo facendo oggi: l’evoluzione verso la completa uguaglianza di questa istituzione.
Sono parole di Christiane Taubira, la ministra della Giustizia francesce che si è dimessa pochi giorni fa perchè contraria al radicamento dello stato d’emergenza nel suo Paese e in particolare alla riforma costituzionale che consentirà di togliere la cittadinanza francese ai bi-nazionali colpevoli di terrorismo. Sono parole pronunciate a sostegno della riforma che nel 2013 ha introdotto in Francia il matrimonio paritario. Continua a leggere

Le unioni civili e lo spettro della maternità surrogata

famigliearcobalenoUno spettro si aggira nel dibattito sulle unioni civili (sia chiaro solo tra persone dello stesso sesso): lo spettro della maternità surrogata. Il ddl Cirinnà è ora incardinato per la discussione in Senato, ma la strada appare ancora tutt’altro che in discesa. E il nodo critico, è ormai chiaro, è uno solo: la step child adoption, la possibilità per coloro che formano un’unione tra persone dello stesso sesso di adottare il figlio del/lla partner. La norma è infatti accusata di aprire la strada a “pratiche inaccettabili e gravissime come l’utero in affitto”. C’è chi, come Giovanardi, in occasione del testo sulle unioni civili ha presentato nuovi emendamenti alla legge 40, con la proposta di trasformare la surrogacy in un “reato universale”, punendo anche chi si avvale della pratica all’estero (ciò che nel nostro ordinamento è previsto solo per delitti che comportino gravi violazioni del diritto internazionale). Ma contro l’adozione, paventando il pericolo di incoraggiare il ricorso a questa pratica, si sono espresse anche voci di parlamentari vicine al movimento delle donne, come Emma Fattorini, che si dice a favore di un più cauto “affido rafforzato”. Continua a leggere