di Femministerie
Mancano pochi giorni al voto e i sondaggi dicono che ancora tanta è l’indecisione tra le elettrici e gli elettori, soprattutto tra le prime. Questa politica sembra non parlare alle donne e di conseguenza questa campagna elettorale sembra non appassionarle.
Eppure, mai come questa volta, si sceglie il destino dell’Europa. Questa elezione del Parlamento Europeo è la più politica di cui abbiamo memoria. E riguarda profondamente le donne, la loro libertà, l’autonomia delle scelte, i modelli di convivenza tra le persone.
Il movimento pro vita e gli organizzatori del Congresso mondiale delle famiglie sembrano essersene accorti a pieno. Con il “Manifesto per la vita e la famiglia” chiedono alle candidate e ai candidati di prendere impegni molto precisi proprio sui corpi delle donne, a tutela della famiglia tradizionale, contro l’educazione alle differenze e a discapito delle libertà di moltissime.
Ecco perché queste elezioni sono importanti per le donne:
- Perché l’Europa è stata e può tornare a essere propulsiva di misure che garantiscono strumenti per prevenire e contrastare la violenza basata sul genere, la tratta, lo sfruttamento sessuale. Se ciò che è stato fatto fino ad oggi è ancora insufficiente – per esempio sul fronte dei diritti sessuali e riproduttivi – dipende dalla debolezza di istituzioni che devono rappresentare le istanze dei governi nazionali, spesso tutt’altro che favorevoli a un’agenda di genere e femminista.
- Perché è necessario garantire accesso e eguali diritti sul lavoro per le donne, e l’azione a livello comunitario è importante soprattutto per paesi come il nostro, dove la partecipazione delle donne al mondo del lavoro è terribilmente insufficiente, per garantire a quante lo desiderano una partecipazione piena, equamente retribuita, scevra da discriminazioni basate sul genere. Un’Europa senza frontiere è anche uno spazio di lotte congiunte contro gli attacchi ai diritti delle donne e delle minoranze in ogni paese.
- Perché abbiamo bisogno di un femminismo che transiti attraverso i confini e si alimenti di differenze, incontri, scambi transnazionali. Non può che essere una risorsa un’istituzione in cui ci si confronta con paesi i cui i modelli di welfare sono più avanzati e non si reggono sull’impostazione familista che scarica sulle donne buona parte del lavoro di cura non retribuito.
- Perché il progetto sovranista, che vuole indebolire l’Europa e rinforzare le nazioni, è un disegno con forte venature anti-egualitarie e paternaliste. Nell’idea di una sovranità forte, l’anti-europeismo vede la promessa di un ritorno a un ordine perduto: confini certi, gerarchie di genere nella famiglia e nel lavoro, superiorità dei nativi sugli stranieri.
- Perché chi vuole sigillare i confini e rinchiudere le nazioni in sé stesse vede i popoli come grandi famiglie di sangue che devono riprodursi e crescere senza apporti esterni che possano “imbastardirle”. Questa visione riconsegna le donne al destino di corpi fertili al servizio della collettività, un incubo che dobbiamo scongiurare con ogni mezzo.
- Perché rinnovare la scelta di stare nell’Unione Europea – entità sovranazionale fondata su valori come la dignità umana, la libertà, la democrazia, l’uguaglianza, lo stato di diritto, i diritti umani – rappresenta per noi una garanzia di fronte alla crescita di sentimenti anti-democratici e all’affievolirsi della passione politica per l’eguaglianza e la libertà. L’Europa ha bisogno di più democrazia comunitaria, non di un ritorno alle nazioni.
- Perché i nuovi muri d’Europa a noi ricordano non solo i vecchi muri politici, che credevamo caduti per sempre, ma anche le mura delle case da cui le donne sono uscite per liberarsi tutte insieme dal governo patriarcale delle loro vite.
- Perché come donne escluse per secoli dalla polis non possiamo restare indifferenti di fronte allo sciovinismo del benessere che nega protezione e diritti a larga parte dell’umanità. Perché un’Europa aperta e solidale è possibile. Ma si può costruirla solo se ci si crede e si reinveste nel mandato politico democratico, a cominciare dal Parlamento europeo.
- Perché l’Unione Europea ha fatto troppo poco fino ad ora per garantire una vita dignitosa a tutte e tutti. Ed è ora che faccia di più e diventi un laboratorio sociale, promotore di politiche di redistribuzione della ricchezza, avanzamento dei diritti, del benessere e della qualità della vita.
- Perché le donne hanno sognato l’Europa. L’Europa unita non è un sogno solo di “padri”, ma anche di grandi “madri”, come Ursula Hirschmann e Ada Rossi, che diffusero in Italia e in Europa il Manifesto di Ventotene, o come Simone Veil, Eliane Vogel-Polsky, Louise Weiss e altre che hanno infuso nelle nascenti istituzioni comunitarie vita e passione per i diritti delle donne. Abbiamo il dovere di ricordarle e di continuare la loro opera.
Perciò andiamo a votare.
Votiamo candidate e candidati femministi!
L’ha ribloggato su senonoraquandolombardia.
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Pingback: La Rassegna Stampa del CRS - CRS - Centro per la Riforma dello Stato
Certamente, condivido tutti i punti: Donne votiamo liste europee nelle quali siano presenti candidate femministe le uniche che ci garantiranno i nostri diritti e la nostra libertà di scelta.
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