di Chiara Anselmi
Era il 1965 quando uscì nelle sale Io la conoscevo bene di Antonio Pietrangeli. Cinquant’anni dopo la Cineteca Nazionale ce ne ha restituito una copia restaurata, ed è quella che potrete ammirare martedì alla Casa Internazionale delle Donne.
A più di mezzo secolo di distanza il film ci offre uno sguardo impietoso sul sottobosco dei cinematografari della Roma del boom economico e, soprattutto, un ritratto femminile struggente.
Adriana (una giovanissima e splendente Stefania Sandrelli) è una ragazza arrivata nella capitale dalla provincia rurale per inseguire il sogno di una carriera da attrice, in cerca di un’identità prima ancora che del successo. Promiscua e apparentemente imperturbabile intreccia relazioni erotiche con alcuni uomini, illudendosi di essere vista oltre che guardata, sperando in un riconoscimento e venendo inesorabilmente delusa.
Le appartiene l’identità della ragazza riposante che le attribuisce il più scavezzacollo dei suoi amanti? Sarà in grado di sostenere il bluff della promettente stellina poliglotta che tenta di cucirle addosso il truffaldino press agent? Sembra faticare persino ad avere emozioni sue se non stimolate dall’incessante risuonare di canzonette.
“È così che mi vedi? Come una specie di deficiente?” Chiede all’intellettuale cinico col quale ha appena passato la notte.
Nessun ruolo è ipotizzabile, per Adriana, che non passi attraverso la legittimazione dello sguardo maschile. Priva di orgoglio ma non di dignità, l’integrità della ragazza viene progressivamente demolita. Non ci sono scelte possibili, la solitudine non le lascia scampo.
Era il 1965, e oggi?
Abbiamo un’ottima occasione per rivedere (o vedere) un capolavoro e fare qualche riflessione, oltre che per sostenere la Casa Internazionale delle Donne.
Io la conoscevo bene di Antonio Pietrangeli
Con Stefania Sandrelli, Nino Manfredi, Mario Adorf, Enrico Maria Salerno, Ugo Tognazzi, Jean Claude Brialy
Casa Internazionale delle Donne, via della Lungara 19, Roma. Martedì 10 luglio, ore 21
la bellezza fisica maschile e femminile attira lo sguardo degli uomini e delle donne e genera desiderio, questo è inevitabile ed è anche giusto ma non impedisce di vedere la persona, si può desiderare una bella donna (o un bell’uomo) e rispettarlo/a
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quanto al maschilismo, quello esiste in ogni ambiente professionale purtroppo non solo nello show business
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