di Sara De Simone
In questi ultimi giorni ho pensato molto a quanto ormai sia diventato difficile essere in disaccordo. Avere opinioni diverse, dirselo, senza per questo smettere di ascoltarsi, o di provare stima. Infatti oggi l’opinione differente, o il gesto che un altro/a fa e io non avrei fatto, diventa intollerabile – offesa, ferita, tradimento, o elemento da ridicolizzare.
Confrontarsi non è più possibile: o il confronto serve a convincere l’altro che deve pensarla come me, oppure è inutile. Non si può dare atto a qualcuno che – nonostante la pensi in maniera diversa, o faccia le cose diversamente da come le farei io – c’è del bene e del bello nella sua differenza. Qualcosa che posso guardare, che posso criticare, ma di cui posso avere rispetto e, mentre per certi versi proprio non mi convince, per altri posso addirittura (!!!) esserne grata.
Ma davvero la stima e la gratitudine o sono totali o non esistono? E così, il disaccordo, o è distruttivo oppure non è disaccordo? Se qualcuno non ci invita a firmare un appello o non ci chiede di partecipare ad una conferenza o ad un’iniziativa che ha ideato e promuove, per esempio, possiamo tollerare che non abbia pensato a noi (per una serie infinita di ragioni, non tutte persecutorie o svalutative) e ciononostante rilevare con obiettività i difetti e con generosità, ripeto con generosità, i pregi della sua operazione? Una cosa o è tutta bella o è tutta pessima? O merita un magnificat o va asfaltata? Ma non è più interessante, e più consolante, e più appassionante, mantenere il proprio disaccordo nell’incontro con l’altro/a e in quello scarto e in quella differenza invece di vedere una minaccia o un insulto al proprio io o alla propria storia personale trovare qualcosa di nuovo, una energia antagonista ma non nemica, di quell’antagonismo che è la forza motrice delle leve? O di quella opposizione dei poli che elettrizza i corpi e produce energia?
Benedetto Eraclito quando diceva che Polemos, il conflitto, è l’origine di tutte le cose!
Proteggiamo e onoriamo il conflitto, diffidiamo da chi è sempre d’accordo o sempre contrario perché probabilmente non sarà capace – ad un altro livello – di tenere insieme bellezza e terribilità della vita. Quindi di vederla, la vita, per quello che è.