Contro l’educazione sessuale? E perché?

MastersofSexdi Giorgia Serughetti

Suppongo che mancasse solo questo, in tempi di offensiva fondamentalista contro ogni intervento nelle scuole che riguardi la sessualità: una voce femminista contro l’educazione sessuale. Per Marina Terragni siamo al “cretinismo progressista”: l’“educazione sessuale” per bambini e adolescenti, “espressione che è quasi un ossimoro perché il sesso è tutto fuorché educato”. Meno parole si fanno sul sesso, aggiunge, meglio è. I ragazzi, da “perfetti perversi polimorfi” possono insegnarci tutto loro.

Ora, però, di cosa stiamo parlando? Quale immagine abbiamo dell’educazione sessuale? Scene da studio di Masters and Johnson, con tanto di elettrodi e apparecchi di misurazione? Fantasie di classi-laboratorio in cui ci si esercita nella masturbazione “correttamente” praticata, o si sperimentano accoppiamenti nelle posizioni raccomandate dagli esperti?

Io ricordo le mie ore di educazione sessuale, alle scuole medie, e poi al liceo. Delle prime ho un ricordo sfocato, ma conservo memoria dei bigliettini anonimi in cui scrivevamo le nostre domande, e a cui furono date tutte le risposte. Ognuno e ognuna scrisse le cose più incredibili e fantasiose (eravamo solo in prima media credo), ma ricordo che imparai molte cose che non avrei avuto altrimenti il coraggio di chiedere. Dell’educazione sessuale al liceo mi tornano in mente giochi di affidamento, di esplorazione, di contatto che facemmo con delle psicologhe per parlare di reciprocità del piacere, e di rispetto. Fummo portati al consultorio pubblico per una lezione sulla contraccezione. Ecco, questo.

Non comprendo quali siano i rischi normativi in questo tipo di intervento. Il sesso è veramente una cosa che si fa e non si dice? Proprio Foucault, che viene chiamato in causa da Terragni, mostra come la sessualità, i desideri, siano costruiti discorsivamente. Siamo già, sempre, immersi nella sessualità come discorso.

Educare, nella sua accezione migliore, non significa intervenire normativamente. Meno che mai in ambiti che riguardino le emozioni, i sentimenti, la sessualità. Non è nemmeno il caso di ricorrere all’etimo di educare, “trarre fuori”, per sostenere che aprire degli spazi in cui persone professionalmente preparate sappiano guidare ragazzi e ragazze all’esplorazione dei propri vissuti, di dubbi, curiosità, fantasie, significa aiutarli a decostruire alcune rappresentazioni, a superare insicurezze, a prendere consapevolezza di sé anche distintamente e contro i messaggi più invasivi di consumo o di impoverimento del desiderio.

Questi spazi oggi mancano, erosi come sono dal mercato con le sue propaggini social e massmediatiche. Tutto mi interessa, fuorché condurre una battaglia contro il lavoro che insegnanti, istituzioni e associazioni di donne e di uomini possono fare per riaprire un varco attraverso cui far passare altri sguardi.

5 pensieri su “Contro l’educazione sessuale? E perché?

  1. I desideri e la sessualità restano comunque nostri sempre rispettabili purchè ci sia consensualità. Comunque ho letto l’intervento della Terragni e condivido i due binari che ha impostato ma sono compatibili con una educazione sessuale

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  2. Il pericolo, nel non fare nulla, è quello di lasciare che la pornografia sessista, violenta e performante di internet – ormai accessibile anche al più sprovveduto 12enne – diventi il modello sessuale ed emotivo condiviso dalle nuove generazioni… Altro che femminismo!

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